Il presidente della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri Luigi Pagliuca ha ribadito la centralità della professione «il commercialista è da sempre una figura centrale nel nostro paese, che spazia tra tante competenze che compongono settori molto diversi tra loro. La professione non vive un momento felice, a dimostrarlo sono le statistiche: se infatti il reddito medio nominale, tra il 2007 e il 2016, è diminuito solo dell'1% lo stesso reddito medio al netto dell'inflazione si è ridotto del 12% e negli ultimi dieci anni il potere di acquisto del reddito è diminuito. Un calo ancora più evidente se si prendono in considerazione i redditi degli Under 40. Sono dati allarmanti: invertire la rotta è ancora possibile ma il tempo a disposizione si riduce ogni giorno di più». Secondo il deputato e commercialista Alessandro Pagano «con la flat tax nasce una nuova stagione: è un punto di partenza ma tutti i contribuenti, anche le famiglie, possono essere coinvolte in una tassa piatta al 15% o comunque abbordabile. I commercialisti hanno bisogno di un salto qualitativo, la tecnologia ci obbliga a diventare economisti di imprese per supportare ovviamente le pmi, in quanto le grandi aziende sono attrezzate abbondantemente al loro interno. Deve essere questa la nostra meta e sono convinto che con la proposta di legge 1074 tante cose saranno semplificate». L’importanza dei cambiamenti della professione è stata poi evidenziata da Emmanuela Saggese, consigliera dell’Unione Italiana Commercialisti, «i commercialisti hanno un ruolo innovativo rispetto all'attività tradizionale svolta sino ad oggi. Quando ci sono momenti di grande crisi si creano anche delle opportunità e il commercialista da sempre è deputato a essere consulente e uomo di fiducia dell'azienda.
Antonio Uva, consigliere dell’Unione Italiana Commercialisti, rileva come si sia «registrato un impoverimento della classe dei professionisti, sia per la crisi che alle mancate norme che hanno impedito lo sviluppo del nostro tessuto economico. Per rilanciare l'economia bisogna ridurre il carico fiscale, finanziare progetti per i nostri giovani, adoperarsi per smantellare quelle norme che sono ormai obsolete». Durante l'evento c’è stata la sigla del patto confederativo tra Andc, Fiddoc, Sic e Unico che ha portato alla nascita di Federcommercialisti, la nuova federazione di categoria che sosterrà le battaglie professionali, tra cui l'attesa semplificazione del sistema tributario nazionale. Sul punto Alberto Gusmeroli, vicepresidente della Commissione Finanze della Camera ha precisato che «il progetto di legge Rocco-Gusmeroli punta proprio a creare semplificazioni fiscali e contabili e attività di sostegno a famiglie e imprese. Credo si tratti di provvedimenti utili alla categoria e alle imprese, con tante semplificazioni che possono facilitare gli studi professionali, i loro clienti, le loro aziende. L'attività del commercialista si sta reinventando e piano piano è sempre più incentrata sulla consulenza». Anche Marcella Caradonna, presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano ha puntato il dito sulle «difficoltà connesse agli adempimenti successivi all'introduzione della fatturazione elettronica che sta creando molti problemi. Per questo motivo, le istituzioni dovrebbero venire incontro alla nostre istanze e al paese con un rinvio dello spesometro e degli altri adempimenti. Inoltre bisogna riflettere sulla responsabilità dei sindaci e dei revisori nella crisi di impresa». Il presidente dell'Universitas Mercatorum Danilo lervolino ha rimarcato l’importanza dell'istruzione affermando che «Le università non devono essere più i vecchi anfiteatri del sapere, arroccati e autoreferenziali, ma devono dialogare con le nuove professioni, puntare sul digitale e sposare l'innovazione. Ai giovani bisogna dare fiducia e una prospettiva, invogliandoli alle professioni più richieste dal mercato ma anche all'autoimprenditorialità. L'ateneo è al lavoro insieme alle Camere di commercio per raccogliere le informazioni provenienti dai territori e offrire un'offerta formativa quanto più spendibile proprio per le aziende e per le professioni». Grande movimento si sta creando intorno alla riforma della crisi d’impresa, tra la delusione dei commercialisti per le aperture ai consulenti del lavoro e il cauto ottimismo derivante dall’aumento delle possibilità di lavoro per revisori, stante l’abbassamento dei limiti che fa scattare l’obbligo dell’obbligo di controllo. Se ne è discusso con Andrea Foschi, consigliere nazionale dei commercialisti, Domenico Calvelli presidente dell’ordine di Biella e consigliere dell’Unione Italiana Commercialisti, Stela Gazheli, consulente del lavoro, che ha puntualizzato l’importanza di fare rete tra professionisti dell’area giuridico economica sulle attività core, piuttosto che intraprenderne di nuove solo perché la legge le consente.
In conclusione, il quadro emerso è quello di una professione in movimento. Non sarà più tempo di servizi contabili e fiscali. La consulenza prenderà il sopravvento e occorreranno investimenti in formazione e strutture per realizzare studi più grandi e specializzati spingendo all’aggregazione gli attuali professionisti individuali.